Kostas Vàrnalis
Kostas Vàrnalis (Burgas, Bulgaria 1884 – Atene 1974), premio Lenin nel 1959, è stato il primo grande rappresentante della letteratura di stampo marxista in Grecia. Le sue idee politiche e culturali gli costarono vari richiami, un breve confino e il posto di insegnante e preside scolastico, che dovette abbandonare nel 1926 per intraprendere una precaria carriera di giornalista. Dopo esordi poetici di stampo tardo-romantico e simbolista, nel 1919 a Parigi Vàrnalis si convertì a una missione che non avrebbe mai più abbandonato: quella di illuminare il popolo tramite la letteratura. Tale attitudine – di stampo più satirico che non didascalico – fece il suo esordio nella raccolta La luce che arde (1922, 1933), e si rivolse sia ai miti antichi, come quelli di Prometeo, di Socrate, di Ulisse, sia al messaggio cristiano sia all’autore più “sacro” della neonata nazione ellenica, il Dionisio Solomòs cantore della Rivoluzione del 1821: il saggio Solomòs senza metafisica (1925) e la raccolta Gli schiavi assediati (1927) deviano il trionfalistico messaggio patriottico sui binari di una più corrosiva riflessione socio-politica, contro la guerra e a favore delle classi subalterne. Se le ultime raccolte riescono più prevedibili, la figura di Vàrnalis restò come un punto di riferimento nel tetro clima liberticida del secondo dopoguerra greco.