Marcos Ana

Voglio che le mie poesie abbiano osso
e struttura di pietre palpitanti;
vederle sempre in piedi (torri erranti
della vita e l’uomo), grazie al loro peso.

Capaci di essere proiettile e bacio,
canto di pace o pugni sonori;
azzurre come il raggio o verdeggianti
come l’olivo maturo… Che il loro spesso

suono metallico, alveare o bosco ferito,
mi esca denso dal sangue a bagnare
un altro labbro deserto e perseguitato.

Traduzione di Chiara De Luca

Poesia n. 227 Maggio 2008
Marcos Ana
Datemi il nome dell’amore

a cura di Chiara De Luca
Crocetti Editore 2008



 

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