Lucio Mariani

Gli unici morti

Une étincelle y pense à mes absents.
P. Valéry, Le Cimitière Marin, IX p.

Fin quando ogni mia notte sarà invasa
dalle sagome amate di quei lari
che tornano in manipoli e sorrisi
a prendermi teneramente il viso
e a parlarmi con impeto
per cambiare disegno ai miei pensieri
come petali sparsi,
fino a quando il bel sogno durerà,
gli unici morti per me resteranno
soltanto i vivi che un qualunque
giorno di sole o pioggia
si chiusero alle spalle questa porta
senza mai più passare una notizia
e adesso se ne stanno su una sedia
inebetiti dal televisore
ad aspettare i numeri del lotto
a scordarsi dei figli in sala giochi, a comandare
eserciti e opifici, ad alzare di noia la sottana
o a servire un padrone di famiglia
a dare fondo fisso a una bottiglia
o a voltare pinnacoli e gabbana.
Naturalmente, nel novero si devono contare
quelli che hanno giostrato attorno al niente
e anche gli altri che assai discretamente
sono andati a svanire silenziosi
nei plausibili frutti della prassi,
oltre l’ultima nebbia
dove affonda la corsia d’emergenza.

Lucio Mariani
Farfalla e segno
Poesie scelte (1972-2009)

Crocetti Editore 2010


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