Kjell Espmark
Quando ebbi finito di respirare
sentii come mi guardavi
e come al tuo cuore mancavano i battiti –
così bello mi trovasti d’improvviso.
E io lessi nei tuoi pensieri
che tu volevi andare subito dallo scalpellino
affinché mi ricreasse,
sorridente, appoggiato sui gomiti
lungo il coperchio del mio sarcofago.
Ma non pensarmi subito nella pietra!
Ti ha appena impedito di vedere
come vibrarono le mie palpebre.
Cercarono di vincere la pietra
che già s’era annidata in loro.
Io volevo proprio aprire gli occhi
e vederti ancora una volta.
Traduzione di Enrico Tiozzo
Poesia n. 210 Novembre 2006
Kjell Espmark. La poesia delle voci del passato
a cura di Enrico Tiozzo