Giorgio Manganelli
Di meteorologia
noi non sappiamo niente,
assolutamente:
ignoriamo il tempo delle semine,
e quando s’accoppiano
i maschi con femmine
in guisa che accompagni
la volontà delle stagioni:
ignoriamo i segni
per cui si scelgono le terre,
che riesca fecondo e certo
il gesto della semina.
Per cui noi si vive a caso
per lo più disgraziatamente –
ma senza malizia delle cose.
L’errore fu nascere sotto lo Scorpione,
o in opposizione di pianeti infausti:
o forse l’errore fu nascere, nient’altro.
Ci insegnarono qualcosa:
che il sale rovesciato porta male,
che di venere e di marte
non si sposa e non si parte;
ma per cinque giorni
non ci assistettero dogmi né proverbi.
Sempre ci sgomentò al sopraggiungere
il tuono d’una nascita,
e giunse a noi imprevedibile la morte.
Cercheremo, un giorno, il mago, il guaritore,
la donnetta che legge nelle carte?
Ci verrà meno
la disperazione onesta?
‹ ’55-’56 ›
Giorgio Manganelli
Poesie
a cura di Daniele Piccini
Crocetti Editore 2006