Yves Bonnefoy
Il letto, le pietre
Lei nomina il letto, che è più vasto
Del paese che s’estende davanti a loro,
Questo disordine di pozzanghere e di giunchi,
E di luci, in cui s’agitano ali.
E lui nomina la pietra,
Le sue masse crepate, le sue grandi gole d’ombra.
Poi l’uno e l’altra nominano la notte che viene,
Uno per dirla oscura, l’altra chiara.
Che si diano due nomi a ciò che si ama!
Scrivere in due il mondo avrebbe un qualche senso,
Dice ad Adamo sognatore Eva angustiata.
Avanzano, hanno nominato, tanto le parole lo vogliono,
Una casa, l’arenaria, un’upupa, una forra,
Un letto in lontananza, già coperto di pietre.
Traduzione di Fabio Scotto
Poesia n. 318 Settembre 2016
Yves Bonnefoy. "Il qui in cui sono e amo vivere"
a cura di Fabio Scotto