Stéphane Mallarmé
I miei vecchi libri richiusi sul nome di Pafo,
Mi diverte eleggere con il solo estro
Una rovina, da mille schiume benedetta
Sotto il giacinto, lungi, dei suoi giorni trionfali.
Il freddo si propaghi coi silenzi di falce,
In esso non ululerò una vuota nenia
Se la bianchissima smania radendo il suolo nega
A ogni sito l’onore del paesaggio falso.
La mia fame che non si sbrama qui di nessun frutto
Trova nella dotta mancanza un egual sapore:
Uno di carne ne appaia umano e profumato!
Col piede sopra un serpe dove il nostro amore avvampa,
Penso piú a lungo forse perdutamente all’altro,
Al seno combusto di un’amazzone antica.
Traduzione di Roberto Rossi Precerutti
Stéphane Mallarmé
Le più belle poesie
a cura di Roberto Rossi Precerutti
Crocetti Editore 1994, 1997