Andrea Zanzotto

Ecloga III

La vendemmia

I

Autunno, presto. E il colchico
sui prati e la luna che si fa avanti regina
e il molto frutto nei notturni adyti
e i ruscelli lucenti millepiedi.
Cose vive, ahi, vite che ora
mi pare di avere perdute. Chi, tardo,
si tratterrà a cantarvi?
Ma in qualche luogo m’attendete, con qualche
segno dell’umano, il più limpido, al limite.
Morbido fianco dell’erba,
fianco di luna nel giorno,
pace in ripresa, lenti alberi,
autorità e sostanza.
Sì, è un’ubriachezza stolta
questa, non durerà. Col dolce
colchico e il sonno che oltre me traspare
come una lata ricchissima rosa
riavrò anche il supremo il superfluo l’azzurro.
In esso
mi ripristino: basta
così poco alla mia precaria anima
(rifrazione che ora
cade falsa, e non so la ragione)
così poco per tornare,
per essere: raggio
che s’acqueta d’un cielo ove cadere.

Andrea Zanzotto
Tutte le poesie
Arnoldo Mondadori Editore 2011  


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