Blanca Varela
Vitella oppressa dai tafani
potrei descriverla
aveva naso occhi bocca orecchie?
aveva piedi testa?
aveva gli arti?
ricordo solo l’animale più dolce
che si portava addosso
come un’altra pelle
quell’alone di luce sporca
voraci alate
assetate bestiole
ingiuriosi angeli ronzanti
la tormentavano
era la terra altrui e la carne di nessuno
dalle sue palpebre cispose
mi abbagliò il miracolo languente
la vigilia l’istinto lo sguardo
il sole non nato
era una bimba un animale un’idea?
ah signore
che orribile dolore agli occhi
che acqua amara alla bocca
di quel mezzogiorno intollerabile
quando più rapida più lenta
più antica e oscura della morte
accanto a me
coronata di mosche
passò la vita
Traduzione di Stefano Bernardinelli
Poesia n. 294 Giugno 2014
Blanca Varela. Crocifinzioni
a cura di Stefano Bernardinelli