Gottfried Benn

Tristesse

Le ombre non errano solo nei piccoli
boschi,
dinanzi ai quali è il prato d’asfodeli,
errano in mezzo a noi e già nelle tue
tenerezze, se ancora ti culla il sogno.

Quel che è carne – di rose e di spine,
quel che è seno – ondulato velluto,
e i capelli, le ascelle, i profondi
meandri, lo sguardo sì caldo di fiamma:

ciò reca il tempo di ieri: i confidenti
d’allora
e ancora il tempo di ieri: se più questo
non baci,
non ascoltare, le sommesse e le imperiose
promesse hanno il termine loro.

E poi novembre, solitudine, tristesse,
tomba o bastone che lo storpio regge –
non benedicono i cieli, solo il cipresso,
l’albero mesto, si sta grande e immoto.

Traduzione di Ferruccio Masini

Poesia n. 200 Dicembre 2005
Crocetti Editore 2005


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