Agostino Richelmy
In montagna e in pianura
La donna ch’era bella e che morì
su tra erbai esauriti
verso gli orli del cielo e tra petraie
di tutta la sua vita,
non ebbe mai veduta l’aerina
linea montana che di qui traspare
alleggerita da luce nevata
oltre i continui vertici dei pioppi.
Alto e ascoso il suo corpo, gola e viso
limpidi, femminile oro i capelli,
la voce intatta ella pastora visse
tutte l’estati sola:
e quisquilie nei dì, alle avventure
dell’armento, dei venti, dei ruscelli
talvolta sorrideva
e diventò, senza piangere, vecchia.
Parve quest’altra che in pianura libera
da sogni si fa giovane all’autunno,
e alto e nuovo il suo corpo alta la gola
e bianca, femminile oro i capelli,
il viso lindo, solinga si muove
a cospargere in fumi velini
il fimo al prato sotto i pioppi. Sgorgano
tra terra e brina verso i rami eretti
le cornacchie svernanti. Si riodono,
dilettoso sgomento del silenzio,
i gridi sparpagliati d’un’estate
tra le petraie.
Poesia n. 217 Giugno 2007
Agostino Richelmy
Poesia del disgelo
a cura di Irene Barichello
Crocetti Editore 2007