Nasos Vaghenàs
Ballata oscura, II
Molti da vecchi imparano moltissimo.
Altri di meno, o almeno qualche cosa.
A me la mente invece è stata erosa
da quanto ho visto, oscuro o commovente,
negli ultimi vent’anni, totalmente.
Restano della vergine foresta
qualche erbaccia, due piante poco aulenti;
e tutto è scolorito, sbiaditissimo.
È torbido anche quello che non resta:
i recinti, gli uccelli e le sorgenti.
O Zeus Padre, che i fulmini governi
del cielo, tu purifica i miei occhi:
torna a riempirmi con le fonti eterne
della tua scienza, e la mia mente culla
in mezzo ai cedri, ai pini e alle betulle.
Traduzione di Filippomaria Pontani
Poesia n. 203 Marzo 2006
Nasos Vaghenàs
Ballate oscure
a cura di Filippomaria Pontani
Crocetti Editore 2006