Sebastiano Satta
La ferrovia
Mesupezza, tutto mandronìa
ad uso suo, sdraiato, ciccava
e ha detto vedendo che libera fischiava
da quelle parti, la ferrovia:
“Compà, così Dio m’assista, se credessi
che si potesse così correr volando,
dato che questo ingrediente, se cammina,
vince persino il puledro di zia!
Il brutto è che si prende tutto quanto
vino, pietra e legna
e niente ci lascia da trasportare”.
E compare: “Non è quella la meraviglia,
la meraviglia è che quella diavola
da nessuno si lascia svaligiare!”.
Traduzione dal sardo di Natalino Piras
Poesia n. 209 Ottobre 2006
Poeti sardi del Novecento
a cura di Natalino Piras
Crocetti Editore 2006