Angelo Maria Ripellino
Nasce
Nasce con piccole unghiette, e si nasconde
sotto una siepe di neri capelli,
raggricciato come una ranocchia.
Salta nel mondo attraverso cerchi di luna,
come un piccolo clown incipriato.
Aspetta a lungo il momento, sommerso
nell’oceano d’acque del ventre materno,
e poi, destando una bufera di spasmi,
un uragano di trafitture e di angosce,
viene su come un’isola e saluta
l’universo con uno strillo lacerante.
E allora tu pensi che tutte le navi
tutte le fabbriche umane, tutti i treni,
e le stelle, e le guance dei fiori, e le nuvole
si rispecchino, come in un globo di vetro,
in quel visetto che piange, inondato di luce.
Ora che fugge dal guscio, premendo coi gomiti,
coi piedini insolenti, con le unghiette,
ora che fugge dalla calda prigionia,
anche lui chiederà di infilarsi
nei registri del mondo, e già la vita,
col cappello calcato sugli occhi,
distratta, impassibile, gli offre
una cartella, un numero, un nome
e le facce smorfiose dei testimoni.
Poesia n. 219 Settembre 2007
Angelo Maria Ripellino
L’allodola sul melograno
a cura di Anna De Simone
Crocetti Editore 2007