- Pagine: 112
- Prezzo: € 12,00
- ISBN: 9788883063275
- Data Uscita: 18/03/2021
Sono “tempi di povertà” quelli che la poesia di Daniele Piccini attraversa, eppure senza resa, senza rinuncia. C’è un testo – forse l’architrave del libro – dedicato a Leopardi: “Giacomo, la tua voce/ si spezza nelle generazioni vuote/ che separano vite quasi uguali…”. Un Leopardi fraterno e intimo è infatti tra le pietre angolari della memoria poetica di Piccini, perché gli insegna a dialogare con tutte le presenze del mondo. L’altra grande fonte è il senso creaturale francescano: “errore fu il venire giù dai covi/ dei lupi pacificati o colombi,/ errore fu tentare la natura…”. Tutto ciò che esiste tremola: tremolare è forse l’azione più propria della parola poetica di Piccini, che non ha timore di accostarsi al brivido metafisico, all’abisso della domanda ultima. Tuttavia non c’è astrazione, ma alito vitale, figura, corpo arioso e misterioso della realtà. Nella pazienza di una lingua resistente alle fratture del moderno, si fa strada la percezione di una presenza/assenza che non si lascia definire appieno. Inizio e fine si toccano, instancabilmente. Il tempo che si potrebbe dire povero, desolato, è anche quello del fiorire.