- Pagine: 128
- Prezzo: € 13,00
- ISBN: 9788883062940
- Data Uscita: 04/06/2020
St. Vincent Millay. Scandalosa Edna. L’icona dell’anticonformismo degli anni ’20-’30
Gianni Ritsos
Milo De Angelis
Daniele Piccinini
Silvio Ramat
Sommario
Percy B. Shelley: In difesa della poesia
Edna St. Vincent Millay: La radiosa identità, a cura di Silvio Raffo
Nicola Crocetti: Quell’ultimo incontro con Ghiannis Ritsos
Ghiannis Ritsos: Il Guardiano del faro, a cura di Nicola Crocetti
Milo De Angelis: Poesie inedite di Daniele Piccini
Valeria Rossella: Quello che vedo
Daniele Piccini: Per la cruna di Giancarlo Pontiggia
Silvio Ramat: 1900-1914. La giovinezza della poesia in Italia. Corrado Govoni (1884-1965)
Armando Romero: Il colore dell’Egeo a cura di Miguel Gomes e Alessandro Mistrorigo
Roberto Sanesi: Poesie inedite di Vincenzo Guarracino
Theodor Fontane: Una giovanile maturità, a cura di Gio Batta Bucciol
Cesare Viviani: L’imperfetto di Cesare di Stefano Verdino
Franca Mancinelli: Tutti gli occhi che ho aperto
Estratto
Percy B. Shelley, In difesa della poesia
[...]
La poesia si accompagna sempre al piacere: tutti gli spiriti su cui discende le si aprono per ricevere la saggezza che si mischia al diletto che le è proprio. Nell’infanzia del mondo né i poeti stessi né il loro pubblico erano pienamente consapevoli dell’eccellenza della poesia: questa agisce in maniera divina e incompresa, oltre ciò di cui siamo consci; e si riserva alle generazioni future di contemplarne e misurarne la potenza di cause ed effetti in tutta la forza e lo splendore della loro unione. Anche in tempi moderni, nessun poeta vivente ha mai raggiunto l’apice della fama: la giuria che giudica un poeta appartiene a tutti i tempi e deve essere composta da suoi pari: deve essere presieduta dal Tempo che sceglie i più saggi di molte generazioni. Un poeta è un usignolo che siede al buio e canta per rallegrare la sua stessa solitudine con parole dolci; i membri del suo pubblico sono come uomini ammaliati dalla melodia di un musicista invisibile, che si sentono commossi e addolciti ma non sanno come né perché. I poemi di Omero e dei suoi contemporanei deliziarono la Grecia antica: furono le basi del sistema sociale che ha retto tutte le civiltà successive. Omero incarna la perfezione ideale del suo tempo nei personaggi umani; né possiamo dubitare che chi lesse i suoi versi abbia avuto il desiderio di diventare Achille, Ettore o Ulisse: la verità e la bellezza dell’amicizia, del patriottismo e della fedeltà a un ideale furono svelate a fondo in queste creazioni immortali: i sentimenti degli ascoltatori venivano raffinati e amplificati dalla simpatia per tali grandi personaggi, finché da ammiratori si fecero imitatori e poi si identificarono con l’oggetto della loro ammirazione. Né si obietti che questi personaggi sono lontani dalla perfezione morale e che non possono in alcun modo essere considerati modelli edificanti per l’imitazione in assoluto. Ogni epoca, con nomi più o meno speciosi, ha deificato i propri errori: la Vendetta è l’idolo nudo venerato da un’età semibarbarica, l’Illusione è l’immagine velata di un male sconosciuto davanti al quale giacciono prostrate lussuria e sazietà. Ma un poeta considera i vizi dei propri contemporanei come gli abiti temporanei che devono indossare le sue creature, che coprono le eterne proporzioni della loro bellezza senza celarle. Si sa che un personaggio epico o drammatico li porta intorno all’anima, come porterebbe l’antica armatura o la moderna uniforme intorno al corpo; ma è facile concepire un vestito più aggraziato di entrambi. La bellezza della natura interiore non può essere celata dal vestito accidentale che la copre, tanto da non rivelare la sua essenza attraverso il vestito stesso, e manifesterà la sua forma nascosta dal modo di indossarlo. Una forma maestosa e gesti aggraziati si esprimeranno anche attraverso i costumi più barbari e di cattivo gusto. Pochi poeti del più alto lignaggio hanno scelto di esporre la bellezza delle loro concezioni in tutta la sua nuda verità e nel suo splendore; e forse abito e costume e il resto non sono necessari a temperare questa musica planetaria per le orecchie mortali.
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Traduzione di Francesco Kerbaker