Osip Mandel’stam

11.

È più lento l’alveare nevoso,
più terso del vetro il cristallo,
e il velo turchese è gettato
sulla sedia con negligenza.

La stoffa, inebriata di se stessa,
languida per le carezze della luce,
percepisce in sé l’estate,
come non sfiorata dall’inverno;

se nei diamanti di ghiaccio
fluisce il gelo dell’eterno,
qui v’è un trepidare di libellule
occhicerulee, rattoviventi. 1910 Traduzione di Gario Zappi

Poesia n. 344 Gennaio 2019
Osip Mandel’stam. Sussurri e grida dal Gulag
a cura di Gario Zappi


COOKIES E CONDIZIONI D'USO DEL SITO
Questo sito utilizza solo cookies tecnici e analitici, anche di terze parti, al fine di offrire un servizio migliore agli utenti.
Per maggiori informazioni sui cookies accedi alla nostra Cookie Policy.
Dichiaro di aver letto e di accettare integralmente le Condizioni d’Uso del Sito.