Il perdono
Come ho avuto ciò che mi dai tu.
Avrò amato a sufficienza?
Avrò dato l’acqua ai gerani,
cambiato sempre quella nella ciotola del gatto?
Avrò imparato a memoria i cipressi,
i soldati e i loro fratelli, non una copertina
con l’orlo offeso? Neanche una stagione che si senta
con me risentita? Nessun grazie
è mai stato omesso? Mi ha perdonata il corpo
per il trattamento, e gli uccelli sul davanzale
per l’assenza di briciole, così grande si è estesa
la misericordia? Di quante mie cure
è stato il mondo difettoso? Strappavo
insieme ai giorni i fiori, mal imparavo
a carezzare, ho ignorato nomi, date e tempo,
e il volto unanime dell’uomo,
la forma sua unica degna d’amore,
lasciarla fluire negli scoli per la pioggia:
dunque tutto ad ogni modo mi è rimesso?
Dentro il tuo abbraccio sconfina la grazia.
Poesia n. 346 Marzo 2019
Valeria Cagnazzo. Contro la marea