Yves Bonnefoy
La lunga catena dell’àncora
(Ales Stenar)
I
Dicono
Che barche appaiano nel cielo,
E che, da alcune,
La lunga catena dell’àncora possa scendere
Verso la nostra terra furtiva.
L’àncora cerca sulle nostre praterie, tra i nostri alberi,
Il luogo dove fissarsi,
Ma presto un desiderio di lassù la strappa,
La nave d’altrove non vuole saperne di qui,
Ha il suo orizzonte in un altro sogno.
Ma accade
Che l’àncora sia, si direbbe, più pesante del consueto,
E si trascini quasi a terra e urti gli alberi.
L’avrebbero vista impigliarsi al portale di una chiesa,
Sotto l’arco a tutto sesto che cancella la nostra speranza,
E qualcuno che da quell’altro mondo sia disceso,
Goffamente, lungo la catena tesa, dura,
Per liberare il suo cielo dalla nostra notte.
Ah, che angoscia quando armeggiò contro la volta,
Stringendo a piene mani il suo strano ferro,
Perché occorre
Che qualcosa inganni in noi la mente
In questa traversata che la parola
Tenta, senza saper nulla, verso la sua altra riva?
Traduzione di Fabio Scotto
Poesia n. 333 gennaio 2018
30 anni
La nostra storia in versi
Fondazione Poesia Onlus 2018