Wendell Berry
La corrente
Una volta affondata la mano nella terra,
seminandovi ciò che spera gli sopravviva,
un uomo ha contratto un matrimonio col suo luogo,
e se mai lo lascerà la sua carne avrà solo voglia di tornare.
La sua mano ha lasciato all’aria la sua vita d’uccello.
Si è protesa dentro il buio come una radice
iniziando a destare, veloce e mortale, nell’immutabile,
una linfa guizzante che gli scorre su fino alla testa,
perché lui veda le antiche genti di tribù chinarsi al sole,
scavando coi bastoni, aprendo la foresta
per ottenere colline di grano, zucche e fagioli,
le capanne e le tombe, e richiuderla ancora.
Lui è dichiarato loro discendente e ciò che han lasciato
nella terra ora lo irrora come un’essenza stagionale.
E vede arrivare i depositari del suo stesso sangue,
e al passaggio la foresta si rintana sottoterra,
con le mani ammassano pietre per tirar su i muri,
poi si riposano e le pietre franano ancora a terra,
per finire immobili sotto le ruote nere delle macchine.
La corrente che gli scorre dalla terra
ora lo abbandona e lui vede un suo discendente,
un giovane proteso nella terra,
ed è come una mano che al buio tiene la sua.
Traduzione di Paolo Severini
Poesia n. 258 Marzo 2011
Wendell Berry. L’ordine della natura
a cura di Paolo Severini