Herberto Helder
Che io apprenda tutto fin dalla morte,
ma non chiamatemi con un nome né con l’uso delle cose,
cucchiaio, biancheria, penna,
biancheria intensa con la respirazione dentro,
e la tua mano sanguina nella mia,
brilla tutta se un po’ della mia mano sanguina e brilla,
nel tocco tra gli occhi,
nella bocca,
nella riscrittura di ogni cosa già scritta nelle interlinee
delle cose,
fiat cantus! e si faccia il canto sdrucciolo che regola la
terra,
il canto a due voci,
l’inesauribile,
il quanto si lavora perché la notte appaia,
e di notte si veda la luce che scompare sul tavolo,
chiamami col tuo nome, scambiami,
toccami
sulla bocca senza idioma,
già non ti sei mai chiamata,
già sei pronta,
già sei tutta.
Traduzione di Giulia Lanciani
Poesia n. 340 Settembre 2018
Herberto Helder. La macchina lirica
a cura di Giulia Lanciani