Ferdinando Falco
Aruspice divino scaltro uccello
aruspice divino scaltro uccello
che infra le molecole di gas
che ciminiere e lucernari sfiatano
scheletri appropinqui e larve et altri oggetti
già sopraggiunge a strati larghi il tempo
un tempo antico nomato primavera
e già dovrebbe scapocchiarsi il fiore
e già la tortora fra i rami incrudelire
ma le ombre delle case che in fastelli
se stesse alle finestre sovrappongono
alle scatole di noan ai profilattici
velano ambiguamente me e una donna
distesi a fianco dopo un coito falso
(l’energia che si sperde non rimane
nel cosmo come vuole un’ipotesi)
e veramente od soltanto
un grido un trepestio dolori immondi
è il soldato che stramazza nell’agguato
è il bambino che avresti fatto nascere
e che per questo desio di nullità
al nulla è nato
Poesia n. 323 Febbraio 2017
Ferdinando Falco. Così malato di parole
a cura di Mario Melis