Léopold Sédar Senghor

In fondo al mio cannocchiale

In fondo al mio cannocchiale, i pescatori la rete
I pescatori che cantano insieme, incedendo ritmati
Paralleli asimmetrici, i pescatori sulla spiaggia
Nel prodigio del mare, ove tutti i pesci fioriscono.

In fondo al mio cannocchiale, i pescatori paralleli e nudi
E i loro muscoli lunghi sono ritmati, e belli come statue
di basalto.
E le donne che elogiano, e quelle che vibrano, come i curvi
profili dei colli
I loro valloni profumano più delle gole di Tyamassass.

Ah! se solo potessimo essere, e tu qui, nella nudità così limpida
dei tempi anteriori
Che giochino i nostri muscoli nella gioia, nelle gambe nei petti
Che ardano pure passioni, fuoco di sterpi a notte
Nella trasparente bellezza dei corpi d’ambra di bronzo cupo,
dei cuori di muschio.

Da Lettere d’inverno

Traduzione di Roberto Rossi Precerutti


Le opere dell’uomo – I frutti della terra
Poesie sulle arti dell’uomo per alimentarsi
a cura di Nicola Crocetti
Crocetti Editore 2015
Novità


 


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