Silvio Ramat
II
Trepida amica, la felicità
di una lettera – questo lo rammento –
per gran parte si affida al desiderio
di chi domani la riceverà.
La luce di febbraio ormai dilaga
anche nella loggia dove mi espongono
lungamente, ogni giorno. Lì mi ingegno
a far correre veloce – slittare –
la mia stagione di convalescenza
come su un piano in pendenza. Ho avvistato
sulla stinta parete di una fabbrica
in disarmo – non ancora in rovina –
la traccia di una meridiana: cerco
di capire le ragioni del tempo
alla scuola del sole. Fanno ostacolo
la distanza e il tratto semispento
di sanguigna. Ma domani ritento.
(14 febbraio)
Poesia n. 308 Ottobre 2015
"Silvio Ramat. Ellis Island, Carteggio con un’amica"
A cura di Giuseppe Langella
di una lettera – questo lo rammento –
per gran parte si affida al desiderio
di chi domani la riceverà.
La luce di febbraio ormai dilaga
anche nella loggia dove mi espongono
lungamente, ogni giorno. Lì mi ingegno
a far correre veloce – slittare –
la mia stagione di convalescenza
come su un piano in pendenza. Ho avvistato
sulla stinta parete di una fabbrica
in disarmo – non ancora in rovina –
la traccia di una meridiana: cerco
di capire le ragioni del tempo
alla scuola del sole. Fanno ostacolo
la distanza e il tratto semispento
di sanguigna. Ma domani ritento.