Ghiannis Ritsos
Come un epilogo
Ricordatemi – disse. Ho percorso migliaia di chilometri
senza pane, senz’acqua, sopra pietre e spine,
per portarvi pane e acqua e rose. La bellezza
non l’ho mai tradita. Ho spartito equamente tutti
i miei averi.
Non ho tenuto nulla per me. Poverissimo. Con un
giglietto di campo
ho illuminato le nostre notti più feroci. Ricordatemi.
E perdonatemi quest’ultima tristezza: Vorrei
mietere ancora una volta con la falce sottile della luna
una spiga matura. Rimanere sulla soglia a guardare
masticando il grano, un chicco dopo l’altro, con gli
incisivi
ammirando e benedicendo questo mondo che lascio,
ammirando anche Colui che sale il colle nel tramonto
dorato. Osservate:
Sulla manica sinistra ha una toppa quadrata color porpora.
Non si distingue chiaramente. Soprattutto quella volevo
mostrarvi.
E forse soprattutto perciò varrà la pena che mi ricordiate.
Karlòvasi, 30.VII.87
Traduzione di Nicola Crocetti
Poesia n. 284 Luglio/Agosto 2013
Ghiannis Ritsos. Molto tardi nella notte
a cura di Nicola Crocetti ed Ezio Savino
Fondazione Poesia Onlus 2013