Lefteris Pulios
La notte arriva con campane
con tuoni e lampi, come un velo oscuro
sopra la città e il mio letto.
Cieco, poso la fronte
sulla superficie quieta dell’acqua
e immergo le dita morbide e agitate
nel ruvido fogliame della vita consunta.
Resta turbata l’anima
nella cavità trasparente dell’autunno.
Ciò che ieri era festa, bacio e luce,
ora è pietra, silenzio e una storia
gialla, che continua a ripetere una cifra.
Un fascio di maschere
e il mio dialogo aperto con l’infinito
rimangono a testimoniare
un nome sperperato con gli anni.
Giacché io sono polvere, verme e mortale dio.
Traduzione di Nicola Crocetti
Poeti greci del Novecento
a cura di Nicola Crocetti
e Filippomaria Pontani
Arnoldo Mondadori Editore 2010