John Keats
XLI
Tu che hai patito in volto il vento dell’inverno
e hai visto nubi di neve sospese nella nebbia
e le nere cime degli olmi fra le gelide stelle,
per te la primavera sarà il tempo del raccolto.
Tu che hai avuto per libro soltanto il bagliore
della più fonda oscurità, e te ne ne sei nutrito,
di notte in notte, quando Febo era assente,
per te la primavera avrà triplice aurora.
Oh, non ti preoccupi il sapere, io non ne ho,
pure il tramonto mi ascolta. Colui che è triste
al pensiero dell’ozio non può restare ozioso,
ed è già risvegliato chi sa d’essere in sonno.
Traduzione di Roberto Cresti
John Keats
Sonetti
a cura di Roberto Cresti
Garzanti Libri 2000