Giovanni Raboni
Poi lo vorrò per me quello che voglio
per quei cari – un’infinita, quieta
attesa della quiete. La vieta
a chi vive, lo so bene, l’orgoglio
d’essere ancora vivo: me ne spoglio
con calma, ogni giorno un po’, non c’è meta
più certa, né trama meno segreta
se è scritta da chissà quando nel foglio
su cui scrivo, nella bibbia contesa
al macero o alla fiamma. Ma tu intanto,
ti prego, sopportami, stammi accanto,
stringimi la mano finché ci sono
tendini e ossa, anche per te sia un dono
questa povera attesa dell’attesa.
Giovanni Raboni
Quare tristis
Arnoldo Mondadori Editore 1998