William Shakespeare
Sonetto 18
Dovrei paragonarti a un giorno estivo?
Tu sei più bello e più perfetto: vènti
violenti scuotono i bocci del maggio
e l’estate ha durata troppo breve:
l’occhio del cielo a volte ustiona e spesso
diventa scuro l’oro del suo volto;
presto perde bellezza la bellezza,
la spoglia il caso o il corso di natura.
Ma la tua estate è sempiterna, resta
possesso tuo la tua bellezza e Morte
non vanterà di averti ricoperto
se in versi eterni vai acquistando tempo.
Finché fiato rimanga o ci sia vista,
questi vivranno e ti daranno vita.
Traduzione di Nicola Gardini
Poesia n. 242 Ottobre 2009
Le “amorose” parti
I quattrocento anni dei sonetti di Shakespeare
a cura di Nicola Gardini
Crocetti Editore 2009