Monika Rinck

ti scrivo, corpo celeste

immàginati implosioni e poco dopo l’esplosione,
tu splendi, ma come ti raffreddi veloce,
carissima, te ne vuoi andare, come sei lucente
nell’ultimo giorno, poi ti afferra il vento,
la più buia delle accelerazioni, una nuvola, no,
una scia di gas e altrove
lontano lontano lontano se ne sta uno col cannocchiale
e calcola dalla tua fine la distanza di galassie
remotissime. nel frattempo tu come una supernova
precipiti in un risucchio dove non c’è luce, dove non
c’è nulla, né la possibilita di fuga e neanche più sogni,
come devo io, ti chiedo, come devo io, devo forse Traduzione di Gio Batta Bucciol

Poesia n. 235 Febbraio 2009
Monika Rinck
La cosa-amore

a cura di Gio Batta Bucciol
Crocetti Editore 2009


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